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Sancto Ianne – Mo siente

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Description

One of the most exciting live-bands in the Italian folk music panorama, with a brand new CD revealing their whole artistic maturity. Special guest is Faisal Taher, enriching “Uocchie” with his wonderful voice, a tune that won the competition “Voci per la Libertà” in 2005, a prize awarded by Amnesty International.

Track Listing:
1. Pe' la via - 4:51   2. Un futuro a sud - 3:12   3. 'A banda d'o matese - 5:31   4. Nuje ca nun stammo vicino 'o mare - 4:49   5. Uocchie - 4:03   6. Port'arsa -3:36   7. Uno 'nponta 'a luna - 5:11   8. Juorno ‘e festa - 4:19   9. Peppe ‘o mago - 6:39   10. Tarantella d'a fatica / N'ata botta - 5:51

Personnel:
Gianni Principe (vocals, castanets) , Raffaele Tiseo (violin, viola, rebab, bouzouki) , Sergio Napolitano (accordeon, pianoforte) , Ciro Maria Schettino (mandola, battente guitar, classical guitar, acoustic guitar, tin whistle, bombarda, backing vocals) , Massimo Amoriello (bass) , Alfonso Coviello (drums, percussion, ...) , Faisal Taher (vocal on 5) , Gianni Cusani (guitar) , Antonio Pasquariello (electric guitar) , Giuseppe Timbro (double bass) , Carlo De Matola (flute) 

Linernotes:

Dopo il grande successo di “Scapulà”, l'album del 2002 che li ha rivelati e consacrati come una delle più belle realtà della scena folk italiana, Sancto Ianne pubblicano ora una nuova prova altrettanto convincente. Ospite del nuovo disco Faisal Taher, che ha prestato la propria voce in “Uocchie”, il brano che è valso al gruppo la vittoria nel concorso Voci per la Libertà 2005 di Amnesty International.

I BRANI

Pe’ la via
I ricordi di un’infanzia dove la serenità era fatta di piccole cose e la strada non rappresentava un pericolo ma un'esperta nutrice. Con una considerazione: non è mai persa la possibilità di riannodare il filo con il nostro passato e con i nostri sogni.
Un futuro a sud
Vita/Lavoro, un binomio ancora insolubile per il quale si è disposti ad abbandonare la propria terra accettando umiliazioni e patimenti.
’A banda d’o matese
Episodio unico nella storia dell’Italia post-unitaria, il tentativo di “rivoluzione sociale” condotto da una trentina di anarchici che, partiti da San Lupo (BN) nella primavera del 1877, tentarono di sollevare le popolazioni del Matese. Traditi, furono catturati e processati a Benevento, ma successivamente assolti ed osannati dalla popolazione.
Nuje ca nun stammo vicino ’o mare
L’idea che la Campania venga identificata quasi esclusivamente con Napoli graffia l’amor proprio di chi risiede nell’entroterra. Il Sannio è terra di superba bellezza e di grandi tradizioni. Il brano vuole essere un atto di amore e rimpianto per questa terra ed il suo popolo.
Uocchie
Negli occhi dei disperati traghettati dalle carrette del mare le paure, i sogni e la speranza di essere accolti in una terra che riconosca loro dignità.
Port’arsa
Una delle porte della città di Benevento, luogo di confluenze e di transiti, designata dal tempo a raccogliere e tramandare le suggestioni di chi l’ha varcata nel corso dei secoli.
Uno ’nponta ’a luna
Il richiamo ad una filastrocca popolare per sancire le distanze sempre più marcate tra oriente ed occidente. La perdita della ragionevolezza e del dialogo sono ciò che fu per Orlando la perdita del senno. E’ la luna a custodire la ragione persa; a noi tocca evocare Astolfo affinché ripeta la sua impresa e ci restituisca la capacità di ascoltare e dialogare.
Juorno ’e festa
E’ il momento della festa, del gioco e del ballo. E’ il momento dell’incontro e di una rinnovata fiducia in sè stessi e verso gli altri.
Peppe ’o mago
Una storia minima di amicizia e complicità: la vicenda di Peppe ’o Mago, girovago con i suoi compagni artisti circensi nei piccoli centri della provincia. In difficoltà per la fuga del piccione che doveva far apparire, viene salvato da una ragazza del pubblico che si improvvisa complice. Liberamente ispirato ad una moderna leggenda metropolitana di Benevento.
Tarantella d’a fatica/n’ata botta
Una danza liberatoria, senza figurazioni prestabilite, quasi a voler convertire la pesantezza del lavoro nella leggerezza della danza.

IL GRUPPO

Sancto Ianne, il cui nucleo originario nasce a San Giovanni di Ceppaloni (BN) nell’estate del 1995, fonda la propria musica su un profondo rapporto emotivo con la propria cultura e la propria tradizione, lasciandosi guidare dalla forte attrazione che la storia della propria terra esercita su ogni suo musicista.

I Sancto Ianne mettono in pubblico pulsioni rock e sapienza ancestrale creando un folk contemporaneo dalla straordinaria capacità di coinvolgimento. La loro musica diventa così partecipazione e riappropriazione di un mondo che non ci ha mai abbandonato nonostante i black out generazionali e le periodiche operazioni di rimozione della cultura popolare.

Testi che esprimono spesso il bisogno di raccontare di uomini e luoghi che conservano in sé, nello stesso tempo, asprezza e dolcezza, voglia di riscatto e poesia, caratterizzano lo stile personale dei Sancto Ianne i quali, grazie alla passione e alla grande energia della loro musica, continuano a partecipare ad importanti manifestazioni, in Italia e all’estero, riscuotendo sempre un notevole successo di critica e di pubblico.

Nel giugno del 2001, a Casale Monferrato (AL), il gruppo vince Folkontest (il più importante concorso italiano per gruppi folk emergenti) conquistando così il diritto a partecipare, nell’agosto dello stesso anno, come unico rappresentante italiano, al Festival Interceltique de Lorient, in Bretagna, da molti considerato il piu’ prestigioso folk festival del mondo. Qui Sancto Ianne vince l’ambito premio “Trophee dagan celtic cider” come miglior formazione non celtica partecipante.

Nel luglio 2005, a Villadose (ro), il gruppo vince l’ottava edizione del concorso dal vivo “Voci per la liberta’ – una canzone per Amnesty” con il brano Uocchie (impreziosito dalla splendida voce araba del palestinese faisal taher), diventando così testimonial per il 2006 di Amnesty International.

I Sancto Ianne, prima di “Mo’ siente”, hanno realizzato due lavori discografici, “Tante bannere, tanti padrune” (sie 01, 2000) e “Scapula’” (Folkclub Ethnosuoni, 2002), distribuiti in Europa e Nord America e recensiti positivamente dalle piu’ importanti riviste specializzate in Italia, Francia, Inghilterra, Olanda, Germania, Belgio, Spagna e Stati Uniti. Il gruppo, inoltre, e’ presente anche in varie antologie.

“Scapula’” continua tuttora ad essere programmato con successo in diverse radio italiane ed estere (Germania, Svizzera, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Israele, Australia, Colombia, Stati Uniti…) e la trasmissione radiofonica Folknights, curata da Giovanni Alcaini (direttore artistico del Festival Isola Folk di Suisio), lo ha giudicato tra i tre migliori CD italiani del 2002. Il mensile Trad Magazine (la piu’ autorevole rivista francese di musica folk) gli ha conferito il Bravos! e la rivista italiana Folk Bulletin, nel suo referendum “I magnifici cinque”, lo ha giudicato tra i tre migliori dischi italiani del 2002.

I MEMBRI DEL GRUPPO

  • Gianni Principe: voce, castagnette
  • Raffaele Tiseo: violino, viola, rebab, bouzouki
  • Sergio Napolitano: fisarmonica, pianoforte
  • Ciro Maria Schettino: mandola, chitarra battente, chitarra classica, chitarra acustica, tin whistle, bombarda, cori
  • Massimo Amoriello: basso elettrico
  • Alfonso Coviello: tammorre, tamburello, darbouka, drum set, djembè, udu drum, grancassa, percussioni elettroniche, shake

con

  • Faisal Taher: voce
  • Gianni Cusani: chitarra
  • Antonio Pasquariello: chitarra elettrica
  • Giuseppe Timbro: contrabbasso
  • Carlo De Matola: flauto traverso

Produzione artistica e arrangiamenti: Sancto Ianne