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Terrae – Unknown people

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Description

The new production of the band from Messina originates from the desire to tell, through music, some of the most significant – actually – most harrowing moments of Sicilian history.

A mature record, with a strong musical and emotional impact, in which electronic sounds, electric guitars, and female voices are added to the basic elements of the quartet - violin, double bass, classic guitar, and percussion. This expansion of sounds is likely to point to a characterization of “world music” into an original purpose of “contemporary popular music”.

Track Listing:
1. Coru di carcerati – 1:10   2. Cantu di carcerati – 3:00   3. Inestra Russa – 5:35   4. La vida breve – 4:20   5. Quantu basinicò – 5:17   6. Ciciri francisi – 6:05   7. Attenzione attenzione! – 1:05   8. C’è cu cci pensa – 4:21   9. Mari – 3:51   10. Si Ddiu pisci finu mi facissi – 2:45   11. Unknown people – 5:24   12. Coru di carcerati – 1:10

Personnel:
Antonio Livoti (guitar, electronic sounds, vocal) , Cesare Frisina (violin, vocal) , Francesco Di Stasio (double bass, vocal) , Giorgio Rizzo (percussion, ney, vocals) , Simona Di Gregoria (vocals on 5,6) , Alessandro Presti (bugle on 9) , Salvatore Crisafulli (accordion on 11) , Rosario Pruiti (horn on 11) , Magali Signorel (vocal on 6) , Carmine Giammarino (cello on 3) , Rosanna Pianotti (viola on 3) , Pablo Livoti (vocal on 11)

Linernotes:
Il nuovo lavoro della band messinese nasce dall’idea di raccontare, in musica, alcuni momenti significativi, e per lo più drammatici, della storia siciliana.
Un disco maturo, di forte impatto musicale ed emotivo, nel quale alle sonorità consolidate del quartetto composto da violino, contrabbasso, chitarra classica e percussioni si aggiungono elementi elettronici, chitarre elettriche e voci femminili che espandono i riferimenti sonori verso una possibile ridefinizione della “world music” in “musica popolare contemporanea”.

Il disco

“Unknown People” è un album “concept”, dove ogni brano si tiene con il seguente e l’ultimo riprende il primo, ed in cui la parte del leone la fa il dialetto siciliano, cioè la lingua attraverso cui braccianti, bambini, rivoltosi, carcerati, pescatori - la “gente sconosciuta” del titolo dell’opera - finalmente diventano protagonisti di 700 anni di storia riscritta secondo la visione degli umili e degli ultimi. Ma non mancano le contaminazioni linguistiche, nel rispetto delle tante dominazioni che hanno lasciato scie feconde nel tessuto culturale siciliano, anche a livello popolare.

“Raccontiamo, in musica, alcuni momenti significativi della storia siciliana, nei quali il popolo si è ribellato al potere per rivendicare un proprio ruolo, e di come questi moti popolari siano sempre stati repressi, con ferocia, nel sangue e nell’oblio delle cronache e della storia ufficiale. Una visione “nuova” del popolo siciliano che, a dispetto di fatalismi e antichi stereotipi, ha provato nei secoli a giocare il proprio ruolo e che, quando ha chinato la testa, è stato, ed è, attraverso la violenza di uno stato connivente con le peggiori componenti della società”.

Da un’idea di Francesco Di Stasio e Antonio Livoti. Arrangiamenti: Antonio Livoti e Terrae. Produzione artistica: Francesco Di Stasio e Antonio Livoti

I brani

  1. Coru di carcerati
  2. Cantu di carcerati
  3. Inestra Russa
  4. La vida breve
  5. Quantu basinicò
  6. Ciciri francisi
  7. Attenzione attenzione!
  8. C’è cu cci pensa
  9. Mari
  10. Si Ddiu pisci finu mi facissi
  11. Unknown people
  12. Coru di carcerati

Il gruppo

Con gli occhi puntati a sud del 38° parallelo, la “compagnia di musiche popolari Terrae”, proveniente dall’isola di Sicilia, riannoda idealmente i fili di una convivenza passata, esplorando la propria memoria al fine di metterla in relazione con altre culture e musiche del Mediterraneo presente.
Canti polivocali siciliani raccolti direttamente e “trattati” elettronicamente, composizioni originali su ritmiche della tradizione popolare maghrebina, accompagnamento strumentale di canti devozionali: queste alcune delle fonti del repertorio di Terrae, che propongono una nuova idea della Musica da Camera, anche attraverso l’uso di strumenti tradizionali filtrato alla luce dei saperi tecnologici del terzo millennio.
Musica applicata alle pratiche del sociale perchè pregna delle istanze memoriali e del futuro dei territori a sud.
Musica che trasuda storia, memoria, tradizione, immaginazione, che costruisce terrae che indicano una via per il contemporaneo: un spettacolo denso di suggestioni antiche e di interpretazioni attuali, che porge riflessioni e coinvolge emozionalmente.

  • Antonio Livoti: chitarra, plettri, voce
  • Cesare Frisina: violino, voce
  • Francesco Di Stasio: contrabasso, basso, voce
  • Giorgio Rizzo: percussioni, ney, voce

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